Abbazia San Michele Arcangelo
Tra barche e castelli

La giornata del FAI 2019

L’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo di Lamoli

Finalmente la primavera! Il meteo ha messo sole per tutto il giorno e la voglia di lasciarci l’inverno alle spalle ci spinge a metterci in viaggio verso un angolino delle Marche a me poco noto, ovvero a Borgo Pace, in provincia di Pesaro-Urbino, poche case e tanta serenità a due passi dalla montagna.
L’obiettivo è andare a visitare l’abbazia benedettina di San Michele Arcangelo eretta a Lamoli di Borgo Pace come suggerito dal FAI nelle sue giornate di primavera.

Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo

Arriviamo sul luogo in tarda mattinata e la fame si fa sentire, l’orario è giusto per degustare i deliziosi manicaretti dell’Oasi San Benedetto, un ristorante e albergo ricavato da un edificio dell’adiacente abbazia, dopo la presentazione del menu del giorno, illustratoci gentilmente dalla proprietaria del posto, decidiamo di affrontare questa sfida all’ultimo boccone passando dal tagliere dei salumi tipici del luogo con tortello di maiale e torta d’agli e di erbe, lesso di cappone per poi passare tra tortelloni ripieni di carne con formaggio di fossa e goletta di Mercatello a seguire una calda minestra di tagliolini all’uovo, polli al forno, erbe di campo e infine concludiamo con dei dolcetti speciali fatti in casa, i “frati fritti di fretta”, accompagnati da vino di visciole. Tutto squisito e a Km 0!

Frati fritti di fretta

Finito il caffè, siamo in perfetto orario per la visita all’Abbazia.
Percorriamo qualche passo e ci mettiamo in fila davanti l’ingresso, noto con piacere che il sito ha raccolto l’interesse di numerosi visitatori.

Il gruppo di visitatori del FAI

Qualche minuto d’attesa giusto per ricompattare il gruppo e la visita ha inizio.
L’abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo ha antiche origini, risalente a prima dell’anno Mille e conserva ancora la tipica facciata a capanna tripartita con le tre navate.

Interno dell’Abbazia

Numerose le opere contenute in essa, tra cui gli affreschi della scuola umbra risalenti alla fine del XV, una in particolare ha attirato la nostra attenzione, ovvero il quadro che ritrae San Rocco, protettore dei pellegrini e degli infermi, raffigurato su di una colonna della navata destra.

Affresco di San Rocco

Sembra sia proprio la figura di San Rocco a svelarci la funzione che la chiesa o meglio i suoi monaci benedettini avevano. Essa infatti sorge in prossimità degli Appennini e in particolare di un valico, Bocca Trabaria, si pensa che nel Medioevo, numerosi pellegrini provenienti dalla Toscana e Umbria passassero proprio per quel valico e dopo i tanti km fatti a piedi avessero bisogno di cure che venivano loro prestate appunto dai monaci benedettini.

Vicino all’albergo è inoltre possibile visitare il Museo dei Colori Naturali “Delio Bischi”, un’altra occasione che Lamoli offre per avvicinarsi alla natura.
Il museo è dedicato alla storia dei colori naturali che l’uomo ha imparato ad utilizzare dall’antichità fino all’introduzione dei colori sintetici.

Il luogo gode di una tranquillità assoluta immersa nella natura, l’ideale per chi voglia staccarsi po’ dai rumori e dall’inquinamento della città.

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